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CARABINA WEIHRAUCH 30 S CAL. 4,5 Vedi a schermo intero

CARABINA WEIHRAUCH 30 S CAL. 4,5

carabina weihrauch 30 s cal. 4,5

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CARABINA WEIHRAUCH 30 S CAL. 4,5 <p>CARABINA WEIHRAUCH 30 S CAL. 4,5</p> <table class="stile3" style="width: 550px;" border="0"> <tbody> <tr> <td class="testostile3"><strong>Piccola, compatta, semplice ma dal cuore grande. La più piccole delle Weihrauch vendute in Italia nasconde tutta la quaità e la precisione del famoso marchio tedesco, ma con peso e dimensioni ridotti al minimo. Osserviamo nel dettaglio la Weihrauch HW 30 S. </strong></td> </tr> <tr> <td class="testostile3">Secondo molti appassionati, questa piccola carabina, nella configurazione “S”, dotata di scatto regolabile da gara “Record”, dimensioni e peso a parte, non ha niente ad invidiare alle sorelle maggiori, soprattutto nella versione “depotenziata”, con energia ridotta, per legge, a meno di 7,5 Joule. Detta in parole povere, perché portarsi appresso 4 chili di legno e acciaio anziché solo la metà, visto che l’energia erogata è sempre la stessa? La risposta a questa domanda,  di solito, è legata alle altre caratteristiche tecniche, che rendono, le carabine di maggior pregio e costo, superiori alle economiche, anche in configurazione “depo”. In questo caso, però, la piccola HW-30S gode dello stesso sistema di scatto presente sulle Weihrauch più prestigiose, e, questo le garantisce un livello tecnico eccellente, decisamente superiore a quello delle carabine, di altre marche, nella fascia di prezzo “entro i 200 €”. Sebbene piccola, ed economica, la HW-30 ha anche  una estetica piacevole, con un bel calcio in legno, completamente liscio e dotato di un poggiaguancia sinistro appena accennato. E’ ben proporzionata, e, ha un aspetto piuttosto moderno e  curato. Inadatta sicuramente ai giganti, ma, per chi ha una corporatura media, è certamente l’ideale.  La realizzazione è ineccepibile, rispetto alle produzioni russe, o peggio cinesi, c’è veramente un abisso. Tutte superfici sono perfettamente lucidate e brunite, senza alcun segno di lavorazione. La carabina, è realizzata completamente in acciaio, tacca di mira e tunnel del mirino compresi, a parte ovviamente il calcio che è in legno. L’unico  particolare realizzato in materiale sintetico è il calciolo in gomma, utile ad ammortizzare il rinculo, oltre ovviamente alle inevitabili guarnizioni necessarie alla tenuta dell'aria. Il punto di forza di questa carabina, e, quindi di tutta la produzione Weihrauch è la meccanica. Tutti i movimenti, a partire dalla bascula della canna per caricare la molla, al disinserimento della sicura, fino ad arrivare allo scatto vero e proprio sono di una fluidità incredibile. Nessun rumore di molla, clangore metallico o scricchiolio, tutto funziona in maniera ineccepibile.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">                   La HW-30S appena uscita dalla scatola, con a fianco l’ottica Nikko Stirling destinata ad equipaggiarla. La carabina è piccola, ma grintosa.</td> </tr> <tr> <td class="testostile3"> <p>Osserviamo prima di tutto il grilletto, in quanto è in questo particolare che si nasconde la principale differenza tra la HW-30 normale e la versione “pepata”, HW-30S. Il grilletto è stato lasciato “bianco”, ed è probabilmente realizzato in lega di alluminio, anziché in acciaio come le rimanenti parti metalliche dell'arma. La sua superficie esterna è ben arcuata e rigata in direzione della lunghezza, per permettere al dito indice di scivolare correttamente lungo la curva del grilletto, ma, al contempo di non perdere la presa, scivolando verso l'esterno. Lo scatto, rappresenta da sempre il punto di forza delle carabine Weihrauch; si tratta della caratteristica che le pone al vertice nella categoria della armi ad aria compressa destinate al tiro ludico informale.</p> </td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">     Il grilletto e subito dietro la vite di regolazione della sensibilità del grilletto.</td> </tr> <tr> <td class="testostile3"> <p>Immediatamente dietro al grilletto è presente una vite che permette la regolazione della sensibilità dello scatto. La vite in questione ha il compito di comprimere una piccola molla, la quale determina il peso dello scatto. Esiste anche una vite per regolare il punto di scatto, ovvero la corsa del secondo tempo, ma, questa è inaccessibile dall’esterno. In ogni caso, la corsa del secondo tempo, è già regolata di fabbrica in maniera ottimale. Per capire come funziona nel dettaglio lo scatto dell’arma, non è necessario smontare l’arma; lo scatto “Rekord”, così si chiama il sistema ideato dalla Weihrauch, è talmente famoso che in rete si sprecano gli schemi che ne spiegano il funzionamento. Se non avete preferenze particolari è molto meglio abituarsi alle regolazioni standard, ed effettuare le eventuali modifiche solo dopo aver conseguito la necessaria pratica con l'arma, in modo da poter valutare meglio le regolazioni da apportare allo scatto. Per regolare il peso di scatto, consiglio inoltre di rimuovere completamente il ponticello, in modo da poter operare con un cacciavite di dimensioni adeguate. La vite in questione, infatti, è realizzata con materiale molto tenero (alluminio?), per cui, utilizzando un cacciavite di piccole dimensioni, la si rovina facilmente. Tutto il meccanismo dello scatto è contenuto all’interno di una “scatola”, che può essere estratta e sostituita abbastanza agevolmente. Il pacchetto di scatto “Rekord” è identico per ogni modello di Weihrauch, quindi è possibile, ad esempio, estrarre il pacchetto da una HW-977 ed inserirlo in una HW-30S senza alcun problema. Questo potrebbe far pensare di poter trasformare il modello HW-30 in un HW-30S semplicemente estraendo il pacchetto di scatto “Perfekt” e sostituirlo con un “Rekord”. Il “Perfekt” è il pacchetto di scatto meno pregiato, non regolabile e decisamente più ruvido e duro, che equipaggia i modelli HW 30 e HW 50. In effetti la sostituzione dei due tipi differenti di scatto non è fattibile, almeno non in maniera così semplice ed automatica; il tipo di scatto influenza anche la sicura automatica, che, nei due modelli è differente. Per sostituire il “Perfekt” della HW-30 con un “Rekord” occorre quindi rimuovere la sicura automatica, operazione altamente sconsigliata dalla stessa Weihrauch, anche se, a dirla tutta, trovo la sicura automatica della HW 30S assolutamente inutile.               </p> </td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">     Il pacchetto di scatto Rekord è concepito come una scatola un lamiera che contiene tutti i meccanismi. E' lo stesso per tutti i modelli di springer Weihrauch.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">     Lo schema di funzionamento della scatto “Rekord” La vite di regolazione a vista, regola la tensione di una piccola molla, determinando la pesantezza dello scatto. Avvitando la vite, la molla viene compressa e lo scatto diventa più duro; svitandola otterremo uno scatto più morbido. La vite più piccola a sinistra, determina il punto di scatto; avvitandola si solleva la leva 3b (rossa), facendo abbassare il suo lato opposto, determinando così una minore escursione necessaria a far partire il colpo. L'escursione necessaria alla partenza del colpo, è determinata dalla superficie di ingaggio tra la leva 2 e la leva 3b. In figura è stata evidenziata con un cerchio. Per ridurre la corsa del primo tempo, invece, occorre piegare lo scontro in lamiera presente davanti al grilletto. La vite anteriore, quella che regola il secondo tempo, contrariamente a quanto si vede in figura, è di tipo "Torx numero 8". La vite posteriore, nella realtà, ha dimensioni maggiori.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">     La regolazione dello scatto Rekord, avviene tramite un normale cacciavite a lama per quanto riguarda il peso, e un cacciavite Torx numero 8 per la sensibilità.</td> </tr> <tr> <td class="testostile3">Il grilletto è protetto da un ponticello in lega di metallo non ferroso, presumibilmente ottenuto per pressofusione di unal lega di zinco, alluminio e magnesio, comunemente indicata col nome di "zama". La finitura nera, molto probabilmente è ottenuta tramite verniciatura.  E' dotato di zigrinatura antiscivolo nella parte inferiore. Un apposito foro permette di raggiungere la vite di regolazione con un cacciavite. Il ponticello è fissato alla meccanica e alla calciatura tramite due viti.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">                   Il ponticello. Sebbene si tratti del particolare meno curato, in quanto è possibile notare le bave di lavorazione, è in metallo, come tutte le altre parti di secondaria importanza. Probabilmente si tratta di "zama", una lega di zinco alluminio e magnesio, verniciata in nero. Come accorgersene? Semplicemente appoggiandogli sopra una calamita.</td> </tr> <tr> <td class="testostile3">Nella parte superiore del cilindro, subito sopra alla guardia del grilletto, direttamente sul cilindro sono ricavate due fresature che formano la slitta per l’attacco dell’ottica. Nella parte finale sono presenti anche due fori che servono per bloccare l'attacco del  cannocchiale in modo da impedirne movimenti indesiderati.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">     L’attacco a scina da 11 mm. Sono presenti due fori per il bloccaggio della slitta. Più in basso il messaggio di attenzione e il pulsante della sicura. Anche il tappo che chiude il cilindro non è in acciaio, ma in più comune zama.</td> </tr> <tr> <td class="testostile3">Sempre sulla parte finale del cilindro è presente una sicura passante che si inserisce automaticamente ogni volta che viene azionata la bascula della canna per comprimere la molla. Immagino che questo tipo di sicura sia piuttosto scomoda da azionare per i mancini. La sicura non blocca lo scatto, ma, lo disattiva; quando è attivata, premendo il grilletto questo ruota fino a fine corsa, ma, il colpo non parte. Avrei preferito il blocco della catena di scatto, in quanto, se ci si dimentica di togliere la sicura, non ci si rende immediatamente conto che si sta premendo il grilletto a vuoto. Il meccanismo di sicurezza si inserisce nel momento in cui la coda del pistone viene agganciata dallo scatto, quindi, una volta disattivata, non è riattivabile, neppure agendo nuovamente sulla bascula a vuoto. In commercio esistono sicure riattivabili, che si sostituiscono all'originale. Negativo, dal punto di vista della sicurezza, il fatto di poter disattivare la sicura anche a bascula aperta.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">     La sicura automatica è formata da un blocchetto passante. Si inserisce premendo la parte nera. Quando la parte rossa fuoriesce, la carabina è pronta a sparare.</td> </tr> <tr> <td class="testostile3">Nella parte anteriore del cilindro è presente il blocco della culatta su cui è cementata la canna. La bascula fa perno su una vite passante; una controvite avvitata dalla parte destra rende simmetrico perno anche dal punto di vista estetico. Sopra al blocco della culatta è presente la tacca di mira. Anche la tacca è realizzata completamente in metallo pressofuso verniciato in nero.  Le regolazioni avvengono tramite due viti. La vite che regola l’alzo è graduata da 1 a 8, ed impedisce alla tacca di mira, che è montata sopra ad una lamina elastica, di sollevarsi. Il suo movimento a scatto è realizzato con l’ausilio di una piccola sfera d’acciaio che la blocca nella posizione desiderata. Sulla sinistra è presente la rotella per la regolazione degli scostamenti laterali; anche questa è dotata di un movimento a scatti molto netti e costanti. La sagoma e le dimensioni dell’apertura della tacca di mira può essere scelta tra quattro diversi profili, facendo ruotare la piccola lamina quadrata su cui è ricavato il recesso che forma la tacca. Per ruotare questa lamina occorre prima tirarla indietro, in modo da sbloccarla.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">     La tacca di mira. Un meccanismo permette di scegliere il profilo dell’apertura.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">     Le scritte e i marchi riportati sul lato sinistro dell’arma.</td> </tr> <tr> <td class="testostile3">Aperta la bascula si trova l’imboccatura della canna per l’inserimento del diabolo. E’ formata da una svasatura profonda un paio di millimetri che forma un angolo di circa 45 gradi. Per inserire il diabolo nella canna occorre esercitare una discreta forza. Segno che il pallino si impegna direttamente nella rigatura, al contrario di molte altre carabine, nelle quali, l’invito per l’inserimento del pallino è molto più ampio. Questo particolare, se da un lato costringe il tiratore ad avere una maggiore attenzione quando spinge il pallino in canna, garantisce una maggiore precisione e una migliore tenuta dell’aria. Un altro vantaggio, non da poco, è che il diabolo, una volta inserito correttamente non avrà più la possibilità di fuggire fuori dalla canna, consentendo il caricamento anche da posizioni particolari, nelle quali occorre capovolgere la carabina, come la posizione da seduto tipica del “field target” o la posizione sdraiata a terra. La camera di inserimento del pallino è circondata da una grande guarnizione di materiale plastico bianco, che garantisce la tenuta dell’aria che fuoriesce dal “transfer port”, il piccolo foro praticato alla base del cilindro, che si affaccia sull’imboccatura della canna. La chiusura è garantita da una classica sfera di acciaio, che si chiude su un perno passante, realizzato con un piccolo tondino di acciaio inox. L’operazione di caricamento della molla avviene in maniera agevole e pulita, senza nessun rumore o vibrazione molesta. L'aggancio della coda del pistone sull'azione è netto e preciso.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">     Il particolare del blocco della bascula. Notare la guarnizione chiara di notevoli dimensioni, il generoso svaso che fornisce un’ottima guida all’inserimento del pallino in canna, e, la sfera d’acciaio che garantisce la chiusura della culatta. Nella parte buia, solidale al cilindro si nota la piccola barra in acciaio inox su cui si chiude la sfera, e, se guardate bene potrete vedere il piccolo foro del transfer port.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">     La parte destra del blocchetto della bascula. La vite che si vede, in realtà è un bullone cieco su cui si avvita la vite presente sul lato sinistro. In questa maniera è assicurata la simmetria con il lato opposto dell'arma.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">     La leva di compressione della molla è formata da due elementi incernierati tra di loro. Il secondo elemento scorre, all’interno di una guida, parallelo al cilindro. In questa maniera lo scasso praticato sul calcio risulta minimo. La calciatura è fissata alla meccanica tramite un'unica vite, soluzione esteticamente gradevole.</td> </tr> <tr> <td class="testostile3">Il tunnel del mirino è inserito tramite una piccola scina alla volata della canna. Anche questo particolare è realizzato in metallo pressofuso finito in nero. Grazie alle fogliette intercambiabili è possibile realizzare la combinazione tra mirino e tacca di mira che più ci soddisfa. Le fogliette di riserva sono contenute all'interno di un piccolo sacchettino legato al ponticello.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">                   Il tunnel che protegge il mirino, è realizzato in metallo.</td> </tr> <tr> <td class="testostile3">Come optional è possibile montare al posto di mirino e tacca di mira standard, degli elementi con inserti in fibra ottica "Truglo" ad alta luminosità. Il tunnel che monta il mirino “Truglo” in fibra ottica è di tipo aperto, molto bello esteticamente. Non nascondo che mi sarebbe piaciuto averlo di serie; Diana e Gamo, ad esempio, lo montano sulla maggior parte dei modelli. Poco male, visto che sono abituato ad utilizzare queste carabine con l'ottica. Entrambi gli organi di mira di serie si possono togliere completamente semplicemente svitando una vite. Una volta rimosse le mire, rimangono a vista un paio di fori filettati, per altro poco visibili, sopra la culatta, e, la piccola scina in prossimità della volata. L'effetto finale, della canna "nuda" non è affatto malvagio, anzi, personalmente lo preferisco.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">     Svitando questa vite è possibile eliminare completamente il tunnel di mira.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">     Il vivo di volata è un altro particolare che testimonia la cura con cui è stata realizzata questa carabina. Lo svaso è circa uguale a quello dell’imboccatura del diabolo, la rigatura dell’anima della canna è visibile anche dall’esterno. Il tutto è brunito in maniera ineccepibile.</td> </tr> <tr> <td class="testostile3">Il calcio in legno, molto semplice, completamente liscio, senza nessun tipo di lavorazione o zigrinatura antiscivolo. Il poggiaguancia, presente sul solo lato sinistro, è appena accennato, quindi immagino che i mancini non soffriranno molto di questa mancanza sul loro lato. Esteticamente il calcio non sembra affatto povero, benché sia assente qualunque tipo di lavorazione che lo impreziosisca. La presenza di un bel calciolo in gomma, dello stesso colore del legno, lo chiude dignitosamente. Il calciolo in gomma risulta esteticamente piacevole, in quanto evita quello spiacevole aspetto povero che assumono le carabine di prima fascia di prezzo che spesso ne sono sprovviste. Mi vengono in mente, a questo proposito, la HW 25 e la Diana 24. L'utilità del calciolo è dubbia in quanto non esiste alcun rinculo da ammortizzare; diciamo che la sua presenza rende più comodo appoggiare l'arma alla spalla. L’impugnatura è sottile, forse troppo; io la trovo sufficientemente comoda, ma, ho le mani piccole, e dita lunghe e sottili. Le mie mani si avvicinano molto a quelle di un ragazzo. Immagino che se avete mani grandi, e dita grosse e tozze, l’impugnatura potrebbe risultare molto scomoda. Stessa cosa vale per la lunghezza del calcio, che per le persone di alta statura o grossa corporatura potrebbe risultare troppo corto.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">     Il calciolo in gomma, oltre che utile, completa l’estetica della carabina in maniera piacevole.</td> </tr> <tr> <td class="testostile3">La piccolina si è rivelata un instancabile compagno di giochi; utilizzata con le sole mire metalliche è in grado di garantire un'ottima precisione nel classico tiro al bersaglio dai 10 metri, permettendo di realizzare rosate contenute all'interno della classica moneta sparando in piedi all'imbracciata. Il basso peso permette di divertirsi per ore senza fatica, e, senza costringere il tiratore ad andare in palestra. Se avete lo spazio potete divertirvi al tiro al barattolo da almeno 25/30 metri senza per forza dover montare un'ottica. Viste le dimensioni è possibile montare un'ottica con campana da 42 mm. Con un'ottica adeguata ci si possono togliere soddisfazioni fino a 50 metri, sparando in appoggio o da seduti. In ogni caso, anche aggiungendo la massa di un'ottica, il peso rimarrà abbastanza contenuto da garantire lunghe sessioni di tiro anche sparando all'imbracciata. Dal punto di vista energetico, la HW 30S in mio possesso si assesta su poco meno di 6 Joule (più che sufficienti, vi assicuro), che diventano quasi 7 scegliendo come pallino i JSB Exact da 4,51 mm e 0,547 g di peso, che, risultano in assoluto i pallini, tra quelli che ho provato, che sembra gradire maggiormente. La carabina si comporta egregiamente anche con gli RWS Hobby, wadcutter, che probabilmente sono i più precisi fino a 20 metri, e, gli RWS Superdome, che sono di più facile reperibilità rispetto ai JSB Exact. Se però volete togliervi lo sfizio di sparare da 50 metri (è possibile sapete?), consiglio l'uso dei JSB Exact.</td> </tr> <tr> <td class="didascaliestile3">Una serie di misurazioni effettuate sulla mia carabina utilizzando un semplice Combro Mk4. I più performanti si sono rivelati i JSB Exact, che arrivano a sfiorare i 7 Joules. In ogni caso i dati del cronografo sono molto poco indicativi nela scelta del pallino. Ho trovato ottimi, oltre agli JSB Exact, che si sono rivelati i migliori, anche gli RWS Hobby.</td> </tr> <tr> <td class="testostile3">Tirando le somme, la piccola HW-30S garantisce l’eccellenza tecnica di un marchio prestigioso, quale è Weihrauch, ad un prezzo d’acquisto molto interessante, e con un peso e dimensioni molto contenuto, ideale per chi, come me, mal digerisce le carabine di grandi dimensioni. Nella categoria delle “depotenziate” di libera vendita, la piccola Weihrauch, diventa, se vogliamo, un acquisto ancor più interessante ed azzeccato, perché le prestazioni, limitate per legge e uguali per tutte le carabine, non risentono della piccola stazza dell’arma, anzi, ne esaltano maggiormente i pregi di leggerezza e agilità.</td> </tr> </tbody> </table>
190,08 €

CARABINA WEIHRAUCH 30 S CAL. 4,5

Piccola, compatta, semplice ma dal cuore grande. La più piccole delle Weihrauch vendute in Italia nasconde tutta la quaità e la precisione del famoso marchio tedesco, ma con peso e dimensioni ridotti al minimo. Osserviamo nel dettaglio la Weihrauch HW 30 S.
Secondo molti appassionati, questa piccola carabina, nella configurazione “S”, dotata di scatto regolabile da gara “Record”, dimensioni e peso a parte, non ha niente ad invidiare alle sorelle maggiori, soprattutto nella versione “depotenziata”, con energia ridotta, per legge, a meno di 7,5 Joule. Detta in parole povere, perché portarsi appresso 4 chili di legno e acciaio anziché solo la metà, visto che l’energia erogata è sempre la stessa? La risposta a questa domanda,  di solito, è legata alle altre caratteristiche tecniche, che rendono, le carabine di maggior pregio e costo, superiori alle economiche, anche in configurazione “depo”. In questo caso, però, la piccola HW-30S gode dello stesso sistema di scatto presente sulle Weihrauch più prestigiose, e, questo le garantisce un livello tecnico eccellente, decisamente superiore a quello delle carabine, di altre marche, nella fascia di prezzo “entro i 200 €”. Sebbene piccola, ed economica, la HW-30 ha anche  una estetica piacevole, con un bel calcio in legno, completamente liscio e dotato di un poggiaguancia sinistro appena accennato. E’ ben proporzionata, e, ha un aspetto piuttosto moderno e  curato. Inadatta sicuramente ai giganti, ma, per chi ha una corporatura media, è certamente l’ideale.  La realizzazione è ineccepibile, rispetto alle produzioni russe, o peggio cinesi, c’è veramente un abisso. Tutte superfici sono perfettamente lucidate e brunite, senza alcun segno di lavorazione. La carabina, è realizzata completamente in acciaio, tacca di mira e tunnel del mirino compresi, a parte ovviamente il calcio che è in legno. L’unico  particolare realizzato in materiale sintetico è il calciolo in gomma, utile ad ammortizzare il rinculo, oltre ovviamente alle inevitabili guarnizioni necessarie alla tenuta dell'aria. Il punto di forza di questa carabina, e, quindi di tutta la produzione Weihrauch è la meccanica. Tutti i movimenti, a partire dalla bascula della canna per caricare la molla, al disinserimento della sicura, fino ad arrivare allo scatto vero e proprio sono di una fluidità incredibile. Nessun rumore di molla, clangore metallico o scricchiolio, tutto funziona in maniera ineccepibile.
                   La HW-30S appena uscita dalla scatola, con a fianco l’ottica Nikko Stirling destinata ad equipaggiarla. La carabina è piccola, ma grintosa.

Osserviamo prima di tutto il grilletto, in quanto è in questo particolare che si nasconde la principale differenza tra la HW-30 normale e la versione “pepata”, HW-30S. Il grilletto è stato lasciato “bianco”, ed è probabilmente realizzato in lega di alluminio, anziché in acciaio come le rimanenti parti metalliche dell'arma. La sua superficie esterna è ben arcuata e rigata in direzione della lunghezza, per permettere al dito indice di scivolare correttamente lungo la curva del grilletto, ma, al contempo di non perdere la presa, scivolando verso l'esterno. Lo scatto, rappresenta da sempre il punto di forza delle carabine Weihrauch; si tratta della caratteristica che le pone al vertice nella categoria della armi ad aria compressa destinate al tiro ludico informale.

     Il grilletto e subito dietro la vite di regolazione della sensibilità del grilletto.

Immediatamente dietro al grilletto è presente una vite che permette la regolazione della sensibilità dello scatto. La vite in questione ha il compito di comprimere una piccola molla, la quale determina il peso dello scatto. Esiste anche una vite per regolare il punto di scatto, ovvero la corsa del secondo tempo, ma, questa è inaccessibile dall’esterno. In ogni caso, la corsa del secondo tempo, è già regolata di fabbrica in maniera ottimale. Per capire come funziona nel dettaglio lo scatto dell’arma, non è necessario smontare l’arma; lo scatto “Rekord”, così si chiama il sistema ideato dalla Weihrauch, è talmente famoso che in rete si sprecano gli schemi che ne spiegano il funzionamento. Se non avete preferenze particolari è molto meglio abituarsi alle regolazioni standard, ed effettuare le eventuali modifiche solo dopo aver conseguito la necessaria pratica con l'arma, in modo da poter valutare meglio le regolazioni da apportare allo scatto. Per regolare il peso di scatto, consiglio inoltre di rimuovere completamente il ponticello, in modo da poter operare con un cacciavite di dimensioni adeguate. La vite in questione, infatti, è realizzata con materiale molto tenero (alluminio?), per cui, utilizzando un cacciavite di piccole dimensioni, la si rovina facilmente. Tutto il meccanismo dello scatto è contenuto all’interno di una “scatola”, che può essere estratta e sostituita abbastanza agevolmente. Il pacchetto di scatto “Rekord” è identico per ogni modello di Weihrauch, quindi è possibile, ad esempio, estrarre il pacchetto da una HW-977 ed inserirlo in una HW-30S senza alcun problema. Questo potrebbe far pensare di poter trasformare il modello HW-30 in un HW-30S semplicemente estraendo il pacchetto di scatto “Perfekt” e sostituirlo con un “Rekord”. Il “Perfekt” è il pacchetto di scatto meno pregiato, non regolabile e decisamente più ruvido e duro, che equipaggia i modelli HW 30 e HW 50. In effetti la sostituzione dei due tipi differenti di scatto non è fattibile, almeno non in maniera così semplice ed automatica; il tipo di scatto influenza anche la sicura automatica, che, nei due modelli è differente. Per sostituire il “Perfekt” della HW-30 con un “Rekord” occorre quindi rimuovere la sicura automatica, operazione altamente sconsigliata dalla stessa Weihrauch, anche se, a dirla tutta, trovo la sicura automatica della HW 30S assolutamente inutile.               

     Il pacchetto di scatto Rekord è concepito come una scatola un lamiera che contiene tutti i meccanismi. E' lo stesso per tutti i modelli di springer Weihrauch.
     Lo schema di funzionamento della scatto “Rekord” La vite di regolazione a vista, regola la tensione di una piccola molla, determinando la pesantezza dello scatto. Avvitando la vite, la molla viene compressa e lo scatto diventa più duro; svitandola otterremo uno scatto più morbido. La vite più piccola a sinistra, determina il punto di scatto; avvitandola si solleva la leva 3b (rossa), facendo abbassare il suo lato opposto, determinando così una minore escursione necessaria a far partire il colpo. L'escursione necessaria alla partenza del colpo, è determinata dalla superficie di ingaggio tra la leva 2 e la leva 3b. In figura è stata evidenziata con un cerchio. Per ridurre la corsa del primo tempo, invece, occorre piegare lo scontro in lamiera presente davanti al grilletto. La vite anteriore, quella che regola il secondo tempo, contrariamente a quanto si vede in figura, è di tipo "Torx numero 8". La vite posteriore, nella realtà, ha dimensioni maggiori.
     La regolazione dello scatto Rekord, avviene tramite un normale cacciavite a lama per quanto riguarda il peso, e un cacciavite Torx numero 8 per la sensibilità.
Il grilletto è protetto da un ponticello in lega di metallo non ferroso, presumibilmente ottenuto per pressofusione di unal lega di zinco, alluminio e magnesio, comunemente indicata col nome di "zama". La finitura nera, molto probabilmente è ottenuta tramite verniciatura.  E' dotato di zigrinatura antiscivolo nella parte inferiore. Un apposito foro permette di raggiungere la vite di regolazione con un cacciavite. Il ponticello è fissato alla meccanica e alla calciatura tramite due viti.
                   Il ponticello. Sebbene si tratti del particolare meno curato, in quanto è possibile notare le bave di lavorazione, è in metallo, come tutte le altre parti di secondaria importanza. Probabilmente si tratta di "zama", una lega di zinco alluminio e magnesio, verniciata in nero. Come accorgersene? Semplicemente appoggiandogli sopra una calamita.
Nella parte superiore del cilindro, subito sopra alla guardia del grilletto, direttamente sul cilindro sono ricavate due fresature che formano la slitta per l’attacco dell’ottica. Nella parte finale sono presenti anche due fori che servono per bloccare l'attacco del  cannocchiale in modo da impedirne movimenti indesiderati.
     L’attacco a scina da 11 mm. Sono presenti due fori per il bloccaggio della slitta. Più in basso il messaggio di attenzione e il pulsante della sicura. Anche il tappo che chiude il cilindro non è in acciaio, ma in più comune zama.
Sempre sulla parte finale del cilindro è presente una sicura passante che si inserisce automaticamente ogni volta che viene azionata la bascula della canna per comprimere la molla. Immagino che questo tipo di sicura sia piuttosto scomoda da azionare per i mancini. La sicura non blocca lo scatto, ma, lo disattiva; quando è attivata, premendo il grilletto questo ruota fino a fine corsa, ma, il colpo non parte. Avrei preferito il blocco della catena di scatto, in quanto, se ci si dimentica di togliere la sicura, non ci si rende immediatamente conto che si sta premendo il grilletto a vuoto. Il meccanismo di sicurezza si inserisce nel momento in cui la coda del pistone viene agganciata dallo scatto, quindi, una volta disattivata, non è riattivabile, neppure agendo nuovamente sulla bascula a vuoto. In commercio esistono sicure riattivabili, che si sostituiscono all'originale. Negativo, dal punto di vista della sicurezza, il fatto di poter disattivare la sicura anche a bascula aperta.
     La sicura automatica è formata da un blocchetto passante. Si inserisce premendo la parte nera. Quando la parte rossa fuoriesce, la carabina è pronta a sparare.
Nella parte anteriore del cilindro è presente il blocco della culatta su cui è cementata la canna. La bascula fa perno su una vite passante; una controvite avvitata dalla parte destra rende simmetrico perno anche dal punto di vista estetico. Sopra al blocco della culatta è presente la tacca di mira. Anche la tacca è realizzata completamente in metallo pressofuso verniciato in nero.  Le regolazioni avvengono tramite due viti. La vite che regola l’alzo è graduata da 1 a 8, ed impedisce alla tacca di mira, che è montata sopra ad una lamina elastica, di sollevarsi. Il suo movimento a scatto è realizzato con l’ausilio di una piccola sfera d’acciaio che la blocca nella posizione desiderata. Sulla sinistra è presente la rotella per la regolazione degli scostamenti laterali; anche questa è dotata di un movimento a scatti molto netti e costanti. La sagoma e le dimensioni dell’apertura della tacca di mira può essere scelta tra quattro diversi profili, facendo ruotare la piccola lamina quadrata su cui è ricavato il recesso che forma la tacca. Per ruotare questa lamina occorre prima tirarla indietro, in modo da sbloccarla.
     La tacca di mira. Un meccanismo permette di scegliere il profilo dell’apertura.
     Le scritte e i marchi riportati sul lato sinistro dell’arma.
Aperta la bascula si trova l’imboccatura della canna per l’inserimento del diabolo. E’ formata da una svasatura profonda un paio di millimetri che forma un angolo di circa 45 gradi. Per inserire il diabolo nella canna occorre esercitare una discreta forza. Segno che il pallino si impegna direttamente nella rigatura, al contrario di molte altre carabine, nelle quali, l’invito per l’inserimento del pallino è molto più ampio. Questo particolare, se da un lato costringe il tiratore ad avere una maggiore attenzione quando spinge il pallino in canna, garantisce una maggiore precisione e una migliore tenuta dell’aria. Un altro vantaggio, non da poco, è che il diabolo, una volta inserito correttamente non avrà più la possibilità di fuggire fuori dalla canna, consentendo il caricamento anche da posizioni particolari, nelle quali occorre capovolgere la carabina, come la posizione da seduto tipica del “field target” o la posizione sdraiata a terra. La camera di inserimento del pallino è circondata da una grande guarnizione di materiale plastico bianco, che garantisce la tenuta dell’aria che fuoriesce dal “transfer port”, il piccolo foro praticato alla base del cilindro, che si affaccia sull’imboccatura della canna. La chiusura è garantita da una classica sfera di acciaio, che si chiude su un perno passante, realizzato con un piccolo tondino di acciaio inox. L’operazione di caricamento della molla avviene in maniera agevole e pulita, senza nessun rumore o vibrazione molesta. L'aggancio della coda del pistone sull'azione è netto e preciso.
     Il particolare del blocco della bascula. Notare la guarnizione chiara di notevoli dimensioni, il generoso svaso che fornisce un’ottima guida all’inserimento del pallino in canna, e, la sfera d’acciaio che garantisce la chiusura della culatta. Nella parte buia, solidale al cilindro si nota la piccola barra in acciaio inox su cui si chiude la sfera, e, se guardate bene potrete vedere il piccolo foro del transfer port.
     La parte destra del blocchetto della bascula. La vite che si vede, in realtà è un bullone cieco su cui si avvita la vite presente sul lato sinistro. In questa maniera è assicurata la simmetria con il lato opposto dell'arma.
     La leva di compressione della molla è formata da due elementi incernierati tra di loro. Il secondo elemento scorre, all’interno di una guida, parallelo al cilindro. In questa maniera lo scasso praticato sul calcio risulta minimo. La calciatura è fissata alla meccanica tramite un'unica vite, soluzione esteticamente gradevole.
Il tunnel del mirino è inserito tramite una piccola scina alla volata della canna. Anche questo particolare è realizzato in metallo pressofuso finito in nero. Grazie alle fogliette intercambiabili è possibile realizzare la combinazione tra mirino e tacca di mira che più ci soddisfa. Le fogliette di riserva sono contenute all'interno di un piccolo sacchettino legato al ponticello.
                   Il tunnel che protegge il mirino, è realizzato in metallo.
Come optional è possibile montare al posto di mirino e tacca di mira standard, degli elementi con inserti in fibra ottica "Truglo" ad alta luminosità. Il tunnel che monta il mirino “Truglo” in fibra ottica è di tipo aperto, molto bello esteticamente. Non nascondo che mi sarebbe piaciuto averlo di serie; Diana e Gamo, ad esempio, lo montano sulla maggior parte dei modelli. Poco male, visto che sono abituato ad utilizzare queste carabine con l'ottica. Entrambi gli organi di mira di serie si possono togliere completamente semplicemente svitando una vite. Una volta rimosse le mire, rimangono a vista un paio di fori filettati, per altro poco visibili, sopra la culatta, e, la piccola scina in prossimità della volata. L'effetto finale, della canna "nuda" non è affatto malvagio, anzi, personalmente lo preferisco.
     Svitando questa vite è possibile eliminare completamente il tunnel di mira.
     Il vivo di volata è un altro particolare che testimonia la cura con cui è stata realizzata questa carabina. Lo svaso è circa uguale a quello dell’imboccatura del diabolo, la rigatura dell’anima della canna è visibile anche dall’esterno. Il tutto è brunito in maniera ineccepibile.
Il calcio in legno, molto semplice, completamente liscio, senza nessun tipo di lavorazione o zigrinatura antiscivolo. Il poggiaguancia, presente sul solo lato sinistro, è appena accennato, quindi immagino che i mancini non soffriranno molto di questa mancanza sul loro lato. Esteticamente il calcio non sembra affatto povero, benché sia assente qualunque tipo di lavorazione che lo impreziosisca. La presenza di un bel calciolo in gomma, dello stesso colore del legno, lo chiude dignitosamente. Il calciolo in gomma risulta esteticamente piacevole, in quanto evita quello spiacevole aspetto povero che assumono le carabine di prima fascia di prezzo che spesso ne sono sprovviste. Mi vengono in mente, a questo proposito, la HW 25 e la Diana 24. L'utilità del calciolo è dubbia in quanto non esiste alcun rinculo da ammortizzare; diciamo che la sua presenza rende più comodo appoggiare l'arma alla spalla. L’impugnatura è sottile, forse troppo; io la trovo sufficientemente comoda, ma, ho le mani piccole, e dita lunghe e sottili. Le mie mani si avvicinano molto a quelle di un ragazzo. Immagino che se avete mani grandi, e dita grosse e tozze, l’impugnatura potrebbe risultare molto scomoda. Stessa cosa vale per la lunghezza del calcio, che per le persone di alta statura o grossa corporatura potrebbe risultare troppo corto.
     Il calciolo in gomma, oltre che utile, completa l’estetica della carabina in maniera piacevole.
La piccolina si è rivelata un instancabile compagno di giochi; utilizzata con le sole mire metalliche è in grado di garantire un'ottima precisione nel classico tiro al bersaglio dai 10 metri, permettendo di realizzare rosate contenute all'interno della classica moneta sparando in piedi all'imbracciata. Il basso peso permette di divertirsi per ore senza fatica, e, senza costringere il tiratore ad andare in palestra. Se avete lo spazio potete divertirvi al tiro al barattolo da almeno 25/30 metri senza per forza dover montare un'ottica. Viste le dimensioni è possibile montare un'ottica con campana da 42 mm. Con un'ottica adeguata ci si possono togliere soddisfazioni fino a 50 metri, sparando in appoggio o da seduti. In ogni caso, anche aggiungendo la massa di un'ottica, il peso rimarrà abbastanza contenuto da garantire lunghe sessioni di tiro anche sparando all'imbracciata. Dal punto di vista energetico, la HW 30S in mio possesso si assesta su poco meno di 6 Joule (più che sufficienti, vi assicuro), che diventano quasi 7 scegliendo come pallino i JSB Exact da 4,51 mm e 0,547 g di peso, che, risultano in assoluto i pallini, tra quelli che ho provato, che sembra gradire maggiormente. La carabina si comporta egregiamente anche con gli RWS Hobby, wadcutter, che probabilmente sono i più precisi fino a 20 metri, e, gli RWS Superdome, che sono di più facile reperibilità rispetto ai JSB Exact. Se però volete togliervi lo sfizio di sparare da 50 metri (è possibile sapete?), consiglio l'uso dei JSB Exact.
Una serie di misurazioni effettuate sulla mia carabina utilizzando un semplice Combro Mk4. I più performanti si sono rivelati i JSB Exact, che arrivano a sfiorare i 7 Joules. In ogni caso i dati del cronografo sono molto poco indicativi nela scelta del pallino. Ho trovato ottimi, oltre agli JSB Exact, che si sono rivelati i migliori, anche gli RWS Hobby.
Tirando le somme, la piccola HW-30S garantisce l’eccellenza tecnica di un marchio prestigioso, quale è Weihrauch, ad un prezzo d’acquisto molto interessante, e con un peso e dimensioni molto contenuto, ideale per chi, come me, mal digerisce le carabine di grandi dimensioni. Nella categoria delle “depotenziate” di libera vendita, la piccola Weihrauch, diventa, se vogliamo, un acquisto ancor più interessante ed azzeccato, perché le prestazioni, limitate per legge e uguali per tutte le carabine, non risentono della piccola stazza dell’arma, anzi, ne esaltano maggiormente i pregi di leggerezza e agilità.